La rete

‘Io son l’Occasïon, a pochi nota;

E la cagion che sempre mi travagli

E perchè io tengo un piè sopra una ruota.

Volar non è ch’al mio correr s’agguagli;

E però l’ale a’ piedi mi mantengo,

Acciò nel corso mio ciascuno abbagli.

Gli sparsi miei capei dinanzi io tengo;

Con essi mi ricopro il petto e ’l volto,

Perch’un non mi conosca quando io vengo.

Dietro dal capo ogni capel m’è tolto,

Onde in van si affatica un, se gli avviene

Ch’io l’abbia trapassato, o s’io mi volto.’

Niccolò Machiavelli, Chi sei tu, che non par donna mortale?

 

kairos>kronos
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net2
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unheard
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studio su maria
studio su maria
ages
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Nei miei primi esperimenti con la rete, lo spazio e la luce avevano un peso maggiore rispetto a quanto ne abbiano nei progetti più recenti. 

Ho lavorato con zanzariere separate da vari centimetri di aria (anche l’aria è un materiale di costruzione…), per far sì che anche l’oscillazione causata dalle correnti potesse dare allo spettatore una visione mai costante. Ben poche le costanze della vita: ogni salto che scegliamo di compiere deve superare ogni volta un ostacolo unico. Tale concetto è espresso nel progetto Kairos>Kronos, dove Kairos, l’occasione, il tempo opportuno, punge come gli aghi che fuoriescono dalla tela e sfida Kronos, il tempo misurato, ingabbiatore.  

In Studio su Maria, una rete in pvc incisa a mano, attraversata da un fascio di luce, proietta un’ombra sul muro retrostante. Le reti così diventano due: una, quella che ferma la luce, concreta, ma poco attraente; l’altra, quella creata dalla luce che sfugge alla prima, impalpabile ma accattivante. 

È facile dire che le sagome delle due donne siano complementari, quasi una il negativo dell’altra. A me piace invece pensare che l’altra sia l’evoluzione dell’una: la Maria pubescente, fecondata dalla luce dell’arcangelo Gabriele, ha perso la sua innocenza per divenire madre. È il classico passo indietro necessario per effettuare un salto in avanti, tipico dei momenti in cui si accede a una nuova fase della propria vita. 

Lo stesso discorso torna in Ages, coi tre volti a simbolo delle Tre età dell’uomo di Giorgione incisi nella zanzariera in plastica. Tema comune, ripreso anche da Tiziano: per il pittore veneto lo scorrere del tempo può portare la prudenza sulle nostre rive. “Dall’esperienza del passato, il presente agisce prudentemente per non guastare l’azione futura”. 

Le Parche - anch’esse tre allegorie delle età in chiave femminile - tessono un unico filo che rappresenta lo scorrere la vita; io preferisco intelaiare la mia rete di fili, simbolo delle possibilità che il destino ci concede, delle occasioni da afferrare al volo o da adottare dopo attenta ponderazione.