il giuba esplorato

Il Giuba Esplorato
2006 / 2009
installazione/installation
11 pezzi/pieces - 25X100 (cad./each) / 4 pezzi/pieces - 30X100 (cad./each)
legno, pigmento e stampa laser su acetato/wood, pigment  and laser print on vinyl acetate

Questo progetto oltre ad essere un tributo al Bottego, antico abitante del palazzo che ha ospitato la mostra nel novembre 2006 (palazzo Pigorini a Parma), vuole essere un lavoro sull’elevazione. Nell’opera sono ritratti una serie di indigeni che il Bottego antropologo incontrò durante la sua esplorazione del fiume Giuba. Ogni tavola è costituita da una serie di legnetti accostati che sostengono le foto sezionate e stampate su carta trasparente.
Ho scelto di utilizzare il legno come elemento terreno e primordiale. In fase di ideazione non mi interessa  il risultato estetico dell’opera finita perchè per me è il naturale raggiungimento di una serie di valutazioni pratiche e concettuali. Queste assicelle sono tutte recuperate da pallet, i bancali che si utilizzano per trasportare le merci (mansione che spesso questi Indigeni ricoprivano durante le spedizioni di fine ‘800).  Il legno è di conifera – essenza arborea dalla cui resina si ricava l’incenso – e qui mi riaggancio all’idea di ascesa. Lavorando in questa direzione e quasi per andare a recuperare l’anima dell’immagine ho scelto di rappresentare la fotografia attraverso l’ombra che questa proietta sul supporto per darle una sorta di dipendenza dalla luce - elemento vitale tanto per gli alberi da cui provengono  questi legni quanto per la fruibilità dell’opera. È infatti possibile vederla nella sua completezza solamente se questa è posta ad una determinata distanza e posizione  rispetto la fonte luminosa. Questi guerrieri hanno le loro lance, il loro elemento di difesa, attacco e stato sociale in posizione di quiete le tendono verso l’alto, verso la luce appunto ed è per questo che le ho evidenziate.
/This project is a tribute to Vittorio Bottego who was born in the building where I showed this work for the first time. I introduced several ancient inhabitants: A series of portraits of the natives that Bottego met during his exploration of the Giuba river along the Ethiopia-Somalia border.. Each work consists of a series of wood strips that support the photos printed on transparent paper. I chose to use the wood as an earthy and primordial element. I am not interested in the aestethic results of the portraits because for me the series is the natural achievement of a practical and conceptual appraisals. The small strips of wood are all obtained from a pallet which was used to the transport  oods  (a task often assigned to Aborigines during shipments at the end of `800). The wood is from a conifer - incense is made from the resin of this essence - and I can return to the idea of elevation here. Working in this direction and almost in order to recover the spirit of the image, I chose to represent the photography through the shadow that It reflects on the support in order to make it depend on light - a vital element both for the trees from which these woods come and for the visibility of the work. In fact, it is possible to see it as a whole only if it is put to one at a certain distance and position from the source of light. These soldiers have their lances, theirs element of defence, attack and social status in a position of quiet stilness, they put them upwards, precisely  towards the light, and this is why I pointed them out.


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antichi antenati
Il Lavoro di Tentolini è l’esito di un progetto a lungo meditato, che parte da una riflessione sulla storia di Palazzo Pigorini. L’idea iniziare era quella di accogliere il visitatore allestendo una sorta di “galleria degli antenati”, partendo dalla suggestione della memoria di alcuni abitanti storici della “casa”. Targhe, iscrizioni, ma anche un dipinto del Scaramuzza ricordano ancora il poeta Angelo Mazza, protagonista della scena culturale di Parma tra mine Settecento e inizio Ottocento. Tentolini è, invece, affascinato da un’altra presenza, quella di Vittorio Bottego, l’esploratore, nato proprio tra queste mura il 29 luglio del 1860. Alcune foto della fine dell’Ottocento che ritraggono l’antropologo nel suo viaggio lungo il fiume Giuba diventano lo spunto per un lavoro che approfondisce tematiche già affrontate dall’autore. Sono allora le figure  degli indigeni incontrati dal Bottego a comparire sulle pareti del lungo corridoio, presenze che affiorano con la consistenza di ectoplasmi. Sviluppando una tecnica su cui sta lavorando da qualche anno, Tentolini seziona e ricompone i corpi, stampati su carta trasparente, giocando sull’effetto che la luce crea sullo sfondo  di legno listellato. E’ allora lo spettatore che, percorrendo lo spazio, deve cercare il punto in cui l’immagine si definisce, in cui riconquista nel gioco delle ombre proiettate una sua momentanea consistenza, e rincorrere quelle anime guerriere a cui solo il ricordo può dare ancora un attimo di vita.
 Vania Stukelj (26-11-2006)

estratto dal catalogo “CONFINI lo spazio del corpo - il corpo dello spazio”
mostra collettiva a cura di Maria Luisa Pacetti e Vania Stukelj
Palazzo Pigorini, Parma - Palazzo Massari PAC, Ferrara
26 novembre 2006 - 21 gennaio 2007


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.06 / 2009 Collettiva/collective / “States of flux” / S&G Arte Contemporanea / Pariser Strasse 3, 10719 Berlin / a cura di/curator Adriana Gonzales
.12 / 2007 Personale/solo exposition / “Animula Vagula Blandula” / Museo Diotti / Casalmaggiore - CR / a cura di/curator Valter Rosa
.06 / 2007 Personale/solo exposition / “Il Giuba Esplorato” / Palazzo Forti / Sabbioneta - Mn
.11 / 2006 Collettiva/collective / “Confini” / Palazzo Pigorini / Parma / a cura di/curators Vanja Strukelj, Maria Luisa Pacelli @ Archivio Giovani Artisti di Parma e Ferrara